ANTHROPOCENE ARVORUM INGENIA
C-print Fuji Matt Crystal archive paper, © 2009 - 2015
ENGLISH
Avoiding the surveillance of law enforcement and private security companies Gigi Cifali portrays suffering trees grown on the unnatural little hills of waste in the province of Naples in the dumps of Masseria del Pozzo, Scalzapecora, Bortolotto, Fungaia Monte Somma, Novelle, Santa Maria la Nova. About two decades ago, the state deposits were destined for the temporary storage of waste, waiting to be disposed of. With the passing of time, they have become toxic hills, assimilated by nature and embedded in the new landscape of Campania. Artificial hills over miles of poisoned earth have a strange pipe system that is needed to drain away from the gas produced by the inner fermentation. An unhealthy burning smell pervades the air.
Cross processed photographs with altered colours of desaturated atmospheres show us poisoned, dried, slender trees, grown spontaneously or perhaps planted by man to recreate a natural effect that actually is a sort of deadly camouflage.
The trees tell a disaster, their ill health and an unlucky fate that wants them on that piece of land. Neapolitans have a particular word for good or bad luck: they call it “ciorta”. This condition concerns the destiny of the inhabitants of this area too. The people are forced to breathe pollution, drink contaminated water and eat products of soil and subsoil full of toxic heavy metal in dangerously high concentrations.
The landscape represents the image of reality and its relationship with human beings. In the year 2000, the European Landscape Convention considers the social perception as a structural and founding factor of the same landscape, willing to determine quality objectives for the protection, management and planning. The landscape is a dynamic complexity of natural and human processes. Since the mid-twentieth century, many features of the Campania landscape have been progressively transformed by man. The natural geography of the territory has changed. We live in the Anthropocene, the geologic era in which the Earth's environment is heavily influenced both locally and globally by the effects of human action, altering natural equilibrium.
The series title “Anthropocene arvorum ingenia” refers to the Georgics by Latin poet Virgil. The poem on the subject of agriculture describes the “arvorum ingenia” in other words the natures and kinds of fields in Campanian land as very propitious to keeping farm animals and to cultivation. This is no more the “Campania Felix” known by the Romans, which called it “fertile countryside” for the fecund soil, and not offers the same enchanting panoramas admired by the Grand Tour travelers in the 17th and 18th century.
ITALIANO
Le foto, evitando la sorveglianza delle forze dell’ordine e di servizi privati, ritraggono alberi cresciuti sulle innaturali colline di rifiuti in provincia di Napoli nei depositi di Masseria del Pozzo, Scalzapecora, Bortolotto, Fungaia Monte Somma, Novelle, Santa Maria la Nova. Quindici e venti anni fa erano depositi dello stato destinati alla giacenza temporanea di rifiuti in attesa di essere smistati, trattati, inceneriti. Con il trascorrere del tempo si sono trasformati in colline tossiche, assimilate dalla natura e inglobate nel nuovo panorama campano. Le colline artificiali su chilometri di terra avvelenata possiedono uno strano sistema di tubazioni che serve a far defluire in superficie i gas ancora prodotti dalla fermentazione all'interno. Si sente un malsano odore di bruciato. Bruciano dentro. Incappucciato e mascherina alla bocca, ha raggiunto le sommità ritraendo alberi avvelenati, rinsecchiti, esili. Cresciuti spontaneamente o forse piantati dall'uomo per ricreare un effetto naturale. Una sorta di camouflage infausto.
L’artista ha fotografato con il banco ottico e ha preferito uno sviluppo a processo incrociato con tinte alterate e naturalmente desaturate ottenendo un'atmosfera distopica e irreale. Ha omesso qualsiasi altro elemento. Solo cielo, alberi e un lembo di terra (spazzatura) che li sorregge.
L’albero è il protagonista della serie, racconta un dissesto, la sua salute fragile e una sfortunata sorte, capitato senza volerlo su quel pezzo terra. Questa condizione, “ciort”, come metafora è rivolta a chi vive in questi luoghi, incatenata a queste sue terre, costretta nella rassegnazione a dover respirare, cibarsi di prodotti coltivati su un suolo e (sottosuolo) marcio di diossina, arsenico e mercurio. In alcune foto si intravedono campi coltivati e fattorie. Il paesaggio indica l’immagine della realtà, quindi il rapporto percettivo-culturale che si stabilisce fra l’uomo e quest’ultima.
Nel 2000 la Convenzione Europea sul Paesaggio assume la percezione sociale come fattore strutturale e fondativo del paesaggio stesso, con la volontà di determinare obiettivi di qualità per la sua salvaguardia, gestione e pianificazione. Il paesaggio è una complessità dinamica in continua trasformazione di processi naturali e umani. I connotati del paesaggio campano hanno subito progressive trasformazioni provocate e imposte dall’uomo. La geografia naturale del territorio è cambiata. L’emergenza ambientale rappresenta una delle più gravi minacce del XXI secolo ed è un rischio globalizzato, la cui percezione non è sempre corretta.
Viviamo nell’Antropocene, l’era geologica in cui l’ambiente terrestre è fortemente condizionato a scala sia locale sia globale dagli effetti dell’azione umana, che alterano gli equilibri naturali.
ANTHROPOCENE ARVORUM INGENIA
C-print Fuji Matt Crystal archive paper, © 2009 - 2015
ENGLISH
Avoiding the surveillance of law enforcement and private security companies Gigi Cifali portrays suffering trees grown on the unnatural little hills of waste in the province of Naples in the dumps of Masseria del Pozzo, Scalzapecora, Bortolotto, Fungaia Monte Somma, Novelle, Santa Maria la Nova. About two decades ago, the state deposits were destined for the temporary storage of waste, waiting to be disposed of. With the passing of time, they have become toxic hills, assimilated by nature and embedded in the new landscape of Campania. Artificial hills over miles of poisoned earth have a strange pipe system that is needed to drain away from the gas produced by the inner fermentation. An unhealthy burning smell pervades the air.
Cross processed photographs with altered colours of desaturated atmospheres show us poisoned, dried, slender trees, grown spontaneously or perhaps planted by man to recreate a natural effect that actually is a sort of deadly camouflage.
The trees tell a disaster, their ill health and an unlucky fate that wants them on that piece of land. Neapolitans have a particular word for good or bad luck: they call it “ciorta”. This condition concerns the destiny of the inhabitants of this area too. The people are forced to breathe pollution, drink contaminated water and eat products of soil and subsoil full of toxic heavy metal in dangerously high concentrations.
The landscape represents the image of reality and its relationship with human beings. In the year 2000, the European Landscape Convention considers the social perception as a structural and founding factor of the same landscape, willing to determine quality objectives for the protection, management and planning. The landscape is a dynamic complexity of natural and human processes. Since the mid-twentieth century, many features of the Campania landscape have been progressively transformed by man. The natural geography of the territory has changed. We live in the Anthropocene, the geologic era in which the Earth's environment is heavily influenced both locally and globally by the effects of human action, altering natural equilibrium.
The series title “Anthropocene arvorum ingenia” refers to the Georgics by Latin poet Virgil. The poem on the subject of agriculture describes the “arvorum ingenia” in other words the natures and kinds of fields in Campanian land as very propitious to keeping farm animals and to cultivation. This is no more the “Campania Felix” known by the Romans, which called it “fertile countryside” for the fecund soil, and not offers the same enchanting panoramas admired by the Grand Tour travelers in the 17th and 18th century.
ITALIANO
Le foto, evitando la sorveglianza delle forze dell’ordine e di servizi privati, ritraggono alberi cresciuti sulle innaturali colline di rifiuti in provincia di Napoli nei depositi di Masseria del Pozzo, Scalzapecora, Bortolotto, Fungaia Monte Somma, Novelle, Santa Maria la Nova. Quindici e venti anni fa erano depositi dello stato destinati alla giacenza temporanea di rifiuti in attesa di essere smistati, trattati, inceneriti. Con il trascorrere del tempo si sono trasformati in colline tossiche, assimilate dalla natura e inglobate nel nuovo panorama campano. Le colline artificiali su chilometri di terra avvelenata possiedono uno strano sistema di tubazioni che serve a far defluire in superficie i gas ancora prodotti dalla fermentazione all'interno. Si sente un malsano odore di bruciato. Bruciano dentro. Incappucciato e mascherina alla bocca, ha raggiunto le sommità ritraendo alberi avvelenati, rinsecchiti, esili. Cresciuti spontaneamente o forse piantati dall'uomo per ricreare un effetto naturale. Una sorta di camouflage infausto.
L’artista ha fotografato con il banco ottico e ha preferito uno sviluppo a processo incrociato con tinte alterate e naturalmente desaturate ottenendo un'atmosfera distopica e irreale. Ha omesso qualsiasi altro elemento. Solo cielo, alberi e un lembo di terra (spazzatura) che li sorregge.
L’albero è il protagonista della serie, racconta un dissesto, la sua salute fragile e una sfortunata sorte, capitato senza volerlo su quel pezzo terra. Questa condizione, “ciort”, come metafora è rivolta a chi vive in questi luoghi, incatenata a queste sue terre, costretta nella rassegnazione a dover respirare, cibarsi di prodotti coltivati su un suolo e (sottosuolo) marcio di diossina, arsenico e mercurio. In alcune foto si intravedono campi coltivati e fattorie. Il paesaggio indica l’immagine della realtà, quindi il rapporto percettivo-culturale che si stabilisce fra l’uomo e quest’ultima.
Nel 2000 la Convenzione Europea sul Paesaggio assume la percezione sociale come fattore strutturale e fondativo del paesaggio stesso, con la volontà di determinare obiettivi di qualità per la sua salvaguardia, gestione e pianificazione. Il paesaggio è una complessità dinamica in continua trasformazione di processi naturali e umani. I connotati del paesaggio campano hanno subito progressive trasformazioni provocate e imposte dall’uomo. La geografia naturale del territorio è cambiata. L’emergenza ambientale rappresenta una delle più gravi minacce del XXI secolo ed è un rischio globalizzato, la cui percezione non è sempre corretta.
Viviamo nell’Antropocene, l’era geologica in cui l’ambiente terrestre è fortemente condizionato a scala sia locale sia globale dagli effetti dell’azione umana, che alterano gli equilibri naturali.